Una storia per mia figlia

Ieri in Francia era la festa del papà e, come ogni anno, l’ho appreso da google. Mia figlia pure non è particolarmente attaccata a questa festa che non significa niente e che, per legge, hanno messo di domenica. Però a scuola, come a tutti i bambini, le hanno fatto preparare il regalino e il biglietto di auguri per il suo papà.

 

Ovviamente, si è scordata di darmeli per tutto il weekend che abbiamo passato assieme e se ne è ricordata solo quando l’ho riaccompagnata dalla mamma. Lì, ha tirato fuori il suo regalo per me, un po’ accartocciato dopo due giorni nella cartella, e il biglietto. Mi ha chiesto di non leggerlo subito ma di farlo dopo, da solo, a casa mia. E così ho fatto:

 

Che io sia il miglior papà del mondo non è chiaramente vero ed è falso anche che io non immagini quanto bene mi vuole mia figlia. Modi di dire, sicuramente sentiti, ma che pensano molti bambini dei loro genitori.

 

E poi arrivano due parole, che di conformismo e buonismo non hanno proprio niente, e che vanno dritte al mio cuore. Dopo 56 anni che tutti mi dicono il contrario, Laura ha voluto chiudere il suo biglietto per me con queste due parole, che in verità in francese sono tre: non cambiare, ne change pas!

 

L’ho subito chiamata per dirle che è la cosa più bella che mi abbiano mai detto.

 

A proposito, è online la terza e ultima parte della storia della nostra Stella.

 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-una.../46319_46581/

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