Ringraziamenti post-scolastici

È finito il tour de force di cinque giorni di studio, socialità e pianificazione delle lotte ed è il momento di qualche ringraziamento. Parlo a titolo personale e non anche delle realtà collettive di cui faccio parte.

 

Contro ogni principio di buon educazione, ringrazio innanzitutto il mio corpo, per non aver mai allentato su di me il mal di collo da stress politico, costringendomi costantemente a cercare la concentrazione invece di godermi quei bei momenti tra compagni, e avermi anche fatto uscire quella sana arroganza cafona, che qui rivendico, nei confronti di chi pensava semplicemente di mettere avanti se stesso. Se poi, ai fini dei contenuti e dell’efficacia espositiva dei miei interventi, il mal di collo doveva forse essere più intenso, non sta a me giudicare.

 

Ringrazio anche quei (pochi, per fortuna) passarellisti, venuti a sfilare a SibERIATE, per aver incluso la nostra umile iniziativa tra i palchi degni della loro propaganda.

 

Un ringraziamento speciale va anche a tutti quei compagni bresciani e della bergamasca che quando ho provato a sollevare dubbi sul vero significato di quest’emergenza sanitaria e muovere critiche contro l’azione repressiva, facendo magari due ragionamenti sulle forze economiche sottostanti, mi hanno invitato a venire di persona, qui, nei territori più colpiti. Bene, io qui a Serriate ci sono venuto, voi no.

 

Il primo vero ringraziamento lo rivolgo ovviamente ai partecipanti — studenti e militanti, attenti e concreti nonostante la stanchezza — che sono la vera raison d’être di queste iniziative. I loro interventi e la loro azione dimostrano che non stiamo perdendo tempo.

 

Ringrazio poi i compagni latinoamericani dell’Università Critica per il contributo scientifico-politico, ma anche umano, perché lì la lotta per il socialismo si fa con la scienza e con il fucile, ma sempre anche con il calore umano rivoluzionario.

 

Ringrazio ovviamente anche il Coordinamento Comunista, quest’organizzazione senza organizzazione finalizzata all’organizzazione, di cui faccio parte, per aver creduto in questo progetto e aver contribuito a realizzarlo.

 

Nella consapevole violazione dei principi del bon-ton politico, che mette tutto sullo stesso piano, finanche i ringraziamenti finali, l’ultimo e, senza infingimenti, più sentito ringraziamento è tutto per i compagni del Bafo, il circolo di Seriate che ci ha messo a disposizione i locali e le strutture per studiare e vivere assieme questi cinque giorni. Senza chiederci nessuna stupida garanzia sui contenuti politici che intendevamo sviluppare, e non essendo certo abituati ad iniziative come questa nella realtà che faticosamente stanno costruendo e difendendo, ci hanno dato a tutti una lezione di comunismo concreto, pensando a soddisfare i nostri bisogni e chiedendo ad ognuno secondo le proprie capacità. Alla fine, come diceva qualche compagno, è una questione d’atteggiamento: i comunisti si riconoscono da quella stessa puzza di sudore collettivo che non ha bisogno di tante parole per essere riconosciuta.

 

E ovviamente è da quella puzza di fatica, loro e di tanti altri compagni, che sono venuti anche i migliori interventi politici nei dibattiti: lavoratori stanchi di lavorare, stanchi di farsi sfruttare, che se parlano non è per ascoltarsi parlare, ma per gridare la loro rabbia e ragionare assieme sulle vie da percorrere: questo è il principale successo di questa nostra cinque-giorni di studio per la lotta.

 

E così anche il mio sano mal di collo, dopo una buona bevuta e una buona dormita, alla fine se n’è andato.

Scrivi commento

Commenti: 0